Polignano a Mare è una belle d’hiver. Il nitore delle mattine fresche calca i contorni e protegge gli occhi dalla confusione che il sole orchestra per confondere le direzioni. Ti accorgi che le strade e le case e il tuo passo finiscono in un qualche tipo di blu. E tu che ti barcameni con l’ombrello, per forza di cose ti fermi. Perché la tua passeggiata si fa navigazione, fa acqua davanti a sé, ti terremota. Ti prende il mare. Ci sono più pensieri da buttarci dentro che pesci da cogliere. C’è una vibrazione d’inchiostro per mille calligrafie. Non ci sono confidenze, protocolli d’intesa, strategie e piani d’attacco. C’è il garbuglio senza senso della tua resa. Si sbriciolano le poesie. Polignano a Mare è una belle d’été Se ti attacchi alla tua ombra e non ti dibatti. Vai, poi guardi e ti ritiri.
Se non temi di restare solo scorrendo via, tra centomila ebollizioni e dileguamenti. Se ti sfumi nel disegno di un crepaccio e ti accontenti dell’esecuzione frettolosa del maestrale. Ti prende l’odore di promessa. Ci sono balconi che non si trattengono di essere giardini. C’è una mano che prova il suo canto ancorato alla pietra. Non è più roba nostra, mia e tua. C’è chi si adopera in profondità. Si srotola la carta e si affila la parola.